Maria Paiato dà voce all’innominato dal Sacro Monte

Il 13 luglio alle 21 torna a Tra Sacro e Sacro Monte con Maria Paiato ne La Notte dell’Innominato

Dopo un’apertura da tutto esaurito con Simone Cristicchi alla XIV cappella, il festival prosegue con gli spettacoli del giovedì e gli sguardi particolari che nel prossimo appuntamento di poseranno su una delle pagine più significative de I Promessi Sposi, in una produzione dell’associazione Tra Sacro e Sacromonte.

Il tuffo nel capolavoro manzoniano, a 150 anni dalla scomparsa dell’autore, ha una dimensione notturna infinita, interminabile, indecifrabile: una mala notte nella quale si muovono i due protagonisti di questo straordinario viaggio mentale. Paiato, una delle più grandi interpreti del teatro italiano, accompagnata al violoncello da Tobia Scarpolini, conduce lo spettatore dentro questa pagina straordinaria della letteratura che racconta la possibilità del cambiamento del cuore umano. L’Innominato fa i conti con sé stesso, con la sua mancanza di fede, la sua ambizione, la sua finitezza.

Questa notte eterna, vera protagonista del testo, avvolge tutti i personaggi, li rende incerti, ansiosi, fragili, muta le loro convinzioni, li spinge a compiere azioni impensabili.

L’indiscusso talento di Maria Paiato si è espresso e si esprime in forme diverse dal cinema dove ha lavorato con Corbucci, Archibugi, Comencini al teatro con Ronconi, Sepe e Marconi e persino nella serialità del piccolo schermo da Distretto di Polizia a Provaci ancora prof! fino alle recentissime serie targate Prime Video e Netflix, Monterossi e Fedeltà.

L’occasione di vederla dal vivo a Varese permetterà al pubblico di godere della sua straordinaria presenza scenica lasciandosi accompagnare da voce e gestualità in una notte che ripercorre il percorso della coscienza dell’uomo, prima verso il basso, in un’atmosfera di incubo e di prostrazione, e poi di risalita verso la liberazione dal tormento e il raggiungimento del ravvedimento e della conversione.

TRA SACRO E SACRO MONTE VA A CASA POGLIAGHI

Martedì 11 luglio alle 21 nella Casa Museo Pogliaghi arriva la produzione di Atir: Grate con Chiara Stoppa, la partecipazione di Roberta Faiolo e la regia di Francesco Frongia.

Il testo di Gianni Biondillo prende spunto dalla clausura forzata dei lockdown per raccontare la storia di Maria Chiara, una suora di clausura del convento delle clarisse di Milano. Ad un certo punto del suo percorso esistenziale ha compreso quale fosse la sua vocazione: isolarsi dal mondo per stargli più vicino. Decide così di raccontarcelo, anche per smontare i pregiudizi che abbiamo tutti nei confronti di chi ha fatto una scelta così radicale.

Ma raccontare la sua vocazione significa anche scoprire le vite e le storie emblematiche di altre due sorelle che in momenti ed epoche diverse hanno fatto la stessa scelta: Chiara Daniela, che arrivò a Milano in piena seconda guerra mondiale per fondare il monastero e Maria Ida, figlia di operai socialisti che fu adolescente durante gli “anni di piombo”. Racconti che sommati l’uno all’altro ripercorrono la storia di una città e di un Paese. Perché scegliere la clausura non significa dare le spalle alla città che ti accoglie, ma vederla e comprenderla in modo differente.

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